Domenica 21 ottobre 2012Centro Polifunzionale “La Campanella” – Bovisio Masciago (MB)5a edizione concorso nazionale di poesia “la Campanella”
La mia auto rallenta ad un semaforo giallo, io guardo alla mia destra dove vedo un uomo seduto sulla spalliera di una panchina, la sua moto è parcheggiata di lato, due bottiglie di birra vuote abbandonate da chi sà chi sull'orlo del marciapiede.Ha appena smesso di piovere ed è una giornata scura.
L'uomo si passa una mano sul volto, pensieroso, solo, come quando vuoi difenderti dall'altrui invadenza, diversa da quella finta inquietudine che mostri perché vuoi che qualcuno si prenda cura di te: è un momento tuo, intimo.
Il semaforo diventa verde, io riprendo la mia marcia, ma quell'immagine è lì presente e mi sta creando un'emozione. Così prendo il mio telefono (ha un'applicazione troppo bella: un microfono) schiaccio il pulsante e mentre guido scrivo verbalmente la mia poesia per un uomo che non conosco, per una scena più volte già conosciuta.
A casa in un giornale locale c'è un concorso presso il teatro "La Campanella" di Bovisio Masciago, perchè non partecipare?
Oggi il riconoscimento al mio lavoro, ed è stata una bella giornata.
La poesia che ha vinto era ed è stupenda, le poesie dialettali, che io non ho mai seguito per ignoranza, si sono rivelate una nuova curiosità da non abbandonare.
Sono fortunata di aver avuto questa opportunità e nuova avventura, oggi ho imparato una cosa nuova: ognuno di noi ha qualcosa da dire e ad ognuno di noi piace stare ad ascoltare!
Centro Polifunzionale “La Campanella” – Bovisio Masciago (MB)
5a Edizione Concorso Nazionale di Poesia
Poesie premiate
SEZIONE ITALIANO .
Menzione della Giuria
SULLA PANCHINA
di Giuseppina Porro
Sulla panchina col capo reclino
due occhi stanchi dopo una notte bianca,
il suo volto ha la stessa domanda;
la sua mano che passa sul viso sporco
il suo gesto disperato è privo di richiesta d'aiuto
mentre passo indisturbata.
Solo foglie ricurve dal peso dell'acqua piovana
sullo sfondo plumbeo
si fondono con la sua tristezza,
un quadro, di umana solitudine
all'alba nei pubblici vivai
dove formiche indaffarate
seguono la scia, incuranti degli eventi,
quando un piede le calpesta.
Motivazione
Capita spesso di incontrare un clochard che vive ai margini della nostra società opulenta.
Spesso gli si passa accanto indifferenti, ma il poeta sa comprendere il dramma di chi è senza più niente, farcene partecipi e non solo spettatori.
È una riflessione sulla esistenza umana, creata con immagini nitide, che ci fa considerare come l’entrare in relazione con chi ci passa vicino è momento fondamentale per la nostra umanità.