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lunedì 12 luglio 2021

Rifugio Rosalba

 E' un sabato d'estate. La giornata ha il meteo favorevole e noi tanta voglia di tracking.

Arrivati ai Pian dei Resinelli ci accorgiamo che un sacco di persone ci hanno preceduto: i parcheggi sono pieni di vetture. A fatica troviamo un posto che non sia in un divieto di sosta.

Ci addentriamo nel bosco e arriviamo al punto in cui il sentiero si fa più difficoltoso e con l'aiuto delle mani oltrepassiamo le parti rocciose. 

Dei suoni arrivano dalla cima ed associo i due dati. Forse c'è una manifestazione in corso, un appuntamento speciale per gli amanti della montagna, chissà cosa potremmo trovare lassù. Per questo sono un po' preoccupata perchè nella mia memoria ricordo un piccolo spiazzo ed un stretto corridoio tra il rifugio e la ringhiera la cui capienza sarebbe sconsigliata per un evento con tanto di fanfara.

Mentre si sale altre persone scendono, tante persone stanno già scendendo ed ogni volta che incrocio qualcuno ne approfitto per riposarmi un po'. Non ricordavo fosse un sentiero così impegnativo. Finalmente si arriva al grande prato finale, Da qui, il sentiero, è tutto sotto il sole ma sale più morbidamente e la musica di nuovo giunge come un invito, un incoraggiamento a continuare. 

Forse c'è una scuola d'arrampicata e la tromba suona al raggiungimento della vetta o per una premiazione; oh come sono curiosa di sapere il perchè di tale musica musica.

Arriviamo fin sotto al rifugio, sui torrioni persone arrampicano e la tromba di nuovo suona. Apparentemente non c'è niente di ciò che avevo pensato mentre salivo. Incuriosita cerco tra la folla, tanta rispetto allo spiazzo disponibile, poca per un raduno programmato, da dove possa venire il suono ma ora tutto tace e sole le parole si mischiano le une sulle altre formando un vocio.

Troviamo un posto sul sentiero che non intralci il passaggio e seduti sulle rocce finalmente consumiamo il pranzo ed io bevo, bevo e bevo per placare una sete pazzesca finendo tutta l'acqua che avevo con me.

Da sotto al busto di Stoppani un uomo, senza alcun motivo, suona improvvisamente la tromba. Non capisco se faccia parte di un gruppo d'amici o se sia uno staff del rifugio. Fatto sta che con quelle note ha reso caratteristico il posto ed ha allietato con garbo il nostro ristoro presso il rifugio Rosalba dove lo sguardo si perde al di sopra delle cime dei monti o in fondo valle nel ramo del lago Lecco le cui acque luccicano sotto i raggi del sole  








lunedì 15 giugno 2020

Monte Nuvolone


Oggi è un bella giornata. Anche se il meteo da' pioggia verso sera come nei giorni precedenti, questa mattina il cielo è così nitido che una bella gita panoramica diventa quasi obbligatoria. Nello zaino metto tutto ciò che serve e si và.

Arrivati a San Primo, ci si incammina!

Io dico: "oggi  ti leggerò 'A Carnevale Ogni Scherzo Vale' ma devi seguirmi fino alla fine".

"Sì" risponde lei "sono pronta, ma  dove dobbiamo arrivare prima che tu mi possa leggere il libro?"

Le indico la cima, libera dal nuvolone che le da il nome


D'accordo, inizialmente ci inoltriamo nel fitto  bosco fino ad arrivare ad un ristoro esposto al sole e ben tenuto. "Devi sapere che ci sarà  un tempo in cui i libri non esisteranno più." Incalzo io. 

"Oh Kate che brutta cosa mi dici, ma perché tu lo sai?" mi chiedono i due occhioni azzurri della stessa intensità del cielo. "Poi te lo leggerò, ma prima facciamo delle foto, non si sa mai." 

"Uffa! non me lo leggi ancora?" Borbotta caricando lo zaino in spalla. "Non ora. Rimettiamoci in cammino e seguimi fino alla fine. Vedi, prima ci trovavamo vicino a quella grande casa bianca. E' un ex colonia ed ha nei pori dei muri la gioia dei bambini."


Distratta dal panorama, riprendiamo il cammino. 

Sordi passi avanzano su un tappeto di foglie bagnate. Attente captiamo i rumori avanzando lente lente. "Ho paura Kate ! questo dorsale sembra più  una strada per briganti. Ma è vero che arriveremo al bel  ..."
La interrompo io "Seguimi, seguimi e attenta a quel che fai. Guarda dove metti i piedi e presto inizierai ad ascoltare la storia di un remoto passato riealaborato nel vicino futuro." Sul monte Nuvolone solitamente viene tutto nascosto da una nebbia fitta fitta; nessuno vedrà  mai che abbiamo il libro che presto leggerò.

"Oh Kate che meraviglia la vista che c'è da quassù. È uno scherzo di carnevale seguirti fin qui per leggere un romanzo quando la natura ha così tante cose da mostrare. Fammi comunque dare una sbirciatina. Mi dicevi che su Amazon lo posso comprare?"

"Sì è vero, quindi ricordati di lasciarmi una recensione!    Ora però sarebbe più carino se ascoltassimo il vento che sta tenendo quelle nubi lontane solo per noi"
Giusi Porro 


giovedì 5 marzo 2020

Dai miei appunti

Oggi andiamo sul Resegone
Il cielo è  nuvoloso.
La compagnia è nuova, non siamo mai usciti con loro.
Lui è nervoso ed "il buon giorno" viene  delineato  dalle sue imprecazioni che sono tante, noiose, ed io ne sono già stufa. Fin qui si preannuncia una giornata di merda!
Da subito sbagliamo l'accesso all'imbocco della superstrada Milano-Lecco andando ovviamente verso Milano.
Per fortuna con noi c'è Simone per cui i suoi porconi sono più rivolti al traffico che non al suggeritore (io).
Così, alla prima uscita che incontriamo, si ritorna indietro. Guardiamo il cielo è grigio ed ovviamente diventa un altro bersaglio per nuove imprecazioni dette con la speranza che qualcuno proponga di tornare a casa; ma  zitta, io ignoro trovando argomenti socialmente utili .
Arriveremo mai al parcheggio dei Piani d'Erna?
Oh finalmente ci siamo! Un sorriso glielo regala il non pagamento del parcheggio in giorni feriali
Il secondo sorriso gli si stampa per lo sconto agli over 60 e poi c'è la funivia; lei, da sola, ha il giusto fascino per rende più invitante la gita fuori porta.
Non la si prende tutti i giorni ma nemmeno raramente, eppure è un'avventura già  di per sé.
Nell'attesa si socializza decantando precedenti avventure.
Essendo lunedì, il bar dell'impianto teleferico è chiuso, ma per incontinenti come noi i bagni sono disponibili ed hanno la turca, che ad alcuni fa schifo ma per me è molto più igienica del WC, sul quale non potrei mai di far adagiare il mio fondo schiena. Liberi da ogni bisogno partiamo!
Guardare giù dalla funivia è irresistibile e per quanto voglia  fare quella indifferente all'uso, la mia  espressione e le mie mani serrate sul corrimano, fanno parlare l'amico che scherza sulla mia emozione. Ciò attira l'attenzione degli altri passeggeri che si girano a guardarmi.
Scontata è la giustificazione che mi giunse spontanea ammettendo la mia non indifferenza all'altezza.
Giunti in quota, al ristorante Milani, è doveroso il buon caffè che ci era stato negato a valle e non avevamo ancora bevuto. Simone si fa aspettare per comprare 2 panini poi, allungate le bacchette si va spediti verso la crocetta, che tutto sommato non è  così lontana .
Dopo  pochi metri la via  si presenta molto stretta ed appaiono le prime rocce.
Le bacchette ora sono proprio d'intralcio è meglio riporle infatti, oltre un ghiaione, le rocce la fanno da padrona e con esse le prime catene della via attrezzata.
Lui esalta felice per aver deciso di venire  fin qua  e programma nuove gite mentre io aspetto il commento finale non sapendo ancora esattamente cosa ci aspetterà
I giovani amici hanno un passo lungo e veloce, mentre il nostro è più lento, con soste forzate per catturare il paesaggio, sfidandoci a vicenda sui nomi dei monti, laghetti e città che da su si presentano come le immagini satellitari del mio cellulare.
Il cielo zitto zitto si rischiara ed il sole ci scalda e ci arrossisce la pelle .
Nonostante i buoni suggerimenti di Cisco, che racconta della sua esperienza di "guida nel deserto", noi beviamo, sudiamo e  beviamo ancora, alla facciazza dei beduini che bevono di notte e di giorno sono ben vestiti sotto un sole cocente.
Alcuni punti del Canalone di Bobbio sono davvero impegnativi, ma cercando troviamo dipinte sui massi le bandierine della via n.10. Critici tratti di rocce ed inagibili canaloni si superano facilmente allontanandoci sempre più dal punto di partenza, nascondendoci ancora la meta.
Appena raggiungiamo gli amici che, ad intervalli regolari, si fermano ad aspettarci ripartono, offriamo uno spuntino di noci e qualche foto regalandoci il condiviso  riposo
Durante l'ascesa incontriamo due ragazzi che scendono saltellando incuranti delle difficoltà  mentre un uomo più anziano, o meglio un coetaneo signore, è seduto su un masso per riposare. Ci racconta preoccupato della sua discesa iniziata dal rifugio Azzoni presso il quale ha bivaccato   dimentico di
quanto fosse maggiormente pericolosa la discesa rispetto alla salita.
Io penso che in discesa non farò mai questa via, anche se vorrei provarci per superare mie l'incapacità
Dalla cima di una cresta del Resegone Simone ci saluta con ampie bracciate mentre Cisco ci chiama incoraggiandoci negli ultimi metri che ci porteranno sulla nuova via chiamata il sentiero delle creste e che ci porterà in cima fino alla croce passando dal rifugio Azzoni.........

Artavaggio
Per il prossimo lunedì  una nuova escursione, peccato che a domenica non si sappia ancora se, e dove andare.
Io ho sempre un piano C se per il piano A fallisse. Come ogni volta, lui sembra non abbia tempo, voglia, o Dio sa, per viaggiare.
Per il piano B invece lo devo sempre supplicare, niente gli va bene o è troppo impegnativo o c'è troppo dislivello o fa, semplicemente, schifo. 
Oggi, lunedì, il tempo è  nuvolo anche se, tutti i meteo, dicono che rischiarerà.
Per lui invece oggi pioverà lasciandomi nel dubbio di applicare  il piano C: chi fa da sé fa per tre!
Un giro di telefonate e siiiiii  anche oggi si va in Valsassina!
Sulla Milano Lecco sorpassiamo una gippone militare anni 50 con una coppia d'altri tempi che felicemente vive al di fuori della rigida vita di città
Anche noi oggi siamo un po' bislacchi, e mentre guardo gli uomini impegnati a riparare lo specchietto, l'occhio mi cade su una cerniera che divide per il lungo 2 ciapett ed incuriosita da tale stranezza chiedo: ma questi nuovi pantaloni hi tech hanno una cintura lì così per la cacca?
- mah!-  risponde lei - quando si gira guardiamo se ha anche quella per la pipì. -
So che non è molto educato ed anche poco panoramico  fissare neri paesi bassi e per scacciar tale proposito  volto il viso alla montagna e di corsa  in biglietteria per poi salire sulla funivia.
Mentre l'amico mi parla con la mano fruga dentro il taschino, il mio sguardo ritorna sui suoi pantaloni ed è lapalissiano costatare che il taschino è quello posteriore e non dovrebbe trovarsi lì. Dovrei farlo notare?
Che imbarazzante decisione. E mentre decido su come dirglielo, con un pizzico di ostilità ed a gran voce viene annunciato - Ma hai messo i pantaloni all'incontrario! -
Rido a crepapelle osservando l'amico mentre racconta che cercava di mettere qualcosa in tasca e non la trovava - meno male che questo pantalone ha un taschino davanti - dice.
Riuscendoci felicemente mettere il resto nel taschino sul davanti dei pantaloni .....

Ferragosto
Sotto ferragosto anche la minaccia del mio piano C  non è stata sufficiente per fargli decidere di andare a camminare.
Ho una notte per programmare ed ottenere il mio svago, il mio momento di faticosa agilità
Sono le 3 del mattino chissà!?
Mi risveglio alle 8 faccio colazione, pulisco il bagno e poi attirata dallo strudel non resisto: lo mangio tutto!
Lui rimane a letto. Immobile. No colgo nessun imput, nessun segnale. Decido che andrò a fare un giro in bici lungo il naviglio ma, appena pronta per uscire, lui propone: - andiamo sul  monte Bollettone -  e dal water mi urla: - prepara il thermos con il caffè! -
Questa meta gliel'aveva suggerita Genio anche se oggi non poteva venire in montagna  con noi per impegni di lavoro.
"Lui" invece non è per niente in forma, ma per farmi felice si prepara per l'ascesa. Alle 10, con tutta calma,  si parte verso Albavilla. Maledetto ferragosto!
Arrivati all'Alpe del Viceré intere famiglie in ciabatte e costumino, trafficano per organizzare il perfetto pic nic, mentre noi abbiamo quasi vergogna a calzare gli scarponi. Ridendo imbarazzati scrolliamo le spalle ed incuranti dei vacanzieri dediti al barbecue ci avventuriamo verso la Capanna Mara.
Non sono entusiasta da questa escursione che sempre più considero sia una gita per giornate "infelici". In fondo se non la si faceva non l'avrei mai scoperto.
.......Rivedo Genio dopo ferragosto.
Curioso s'inforna della nostra ultima gita e  mi corregge i nomi che storpio incurante di trasmettere l'entusiasmo che non c'è.
Genio mi comunica di aver invitato un nuovo amico per il lunedì successivo e vuole rifare lo stesso monte partendo da un punto diverso, facendo un percorso su un sentiero attrezzato con una scala di legno ed una di ferro ma.......
Il lunedì successivo si preannuncia una giornata di pieno sole ed io voglio andare molto più in su. La Grigna mi richiama e il mio cuore è là ma non lo è per Genio....

Oggi è lunedì. Lui si alza alle 6 io sto ancora dormendo.
Il tichettio che arriva dalla cucina preannuncia una possibile bella gita.
Lui sta preparando il pranzo al sacco, io non ci posso credere.
Partiamo che non sono ancora le 8.
Al primo bivio mi dice andiamo in Grigna?
Ma come........ dopo una sera a convincermi di anare sul bergamasco, mi spiazza.
Per tutto il viaggio mi parla della Grigna ma la nostra metà non sarà quella.....

Resegone:
oggi nuova e diversa tappa al Resegone
giornata nuvolosa, radiatore dell'auto ko ed è oramai tardi per partire, ma finalmente si va.
Il soggetto bersaglio di polemica  è il radiatore della golf che perde liquido rosso e sarebbe da riparare su un' auto da rottamare. Per fortuna c'è la panda che con i suoi 208.000 km sta tenendo botta. Io la trascuro un pochino.
Proprio 2 giorni fa l'avevo comunque portata dal meccanico per sistemare qualcosa che si era consumato. Il meccanico è il vero suo amico, mi chiedo come faccia a ricordarsi tutto di lei. Dovrei  proprio esserne un po' più gelosa. Ma a parte questo siamo arrivati dopo mezzogiorno a Erve e mentre della gente scendeva dal sentiero noi ci avventuravamo in senso opposto. 
Sali e sali si saluta quelli che scendono constatando che siamo sempre gli ultimi ad arrivare in cima, infatti oggi non siamo stati raggiunti e superati da altri escursionisti ed un po' preoccupata per le corte giornate invernali stabilii un tempo di salita: entro le 14 e 45 si dovrà riscendere.
Costeggiano un torrente fino ad arrivare intorno alle 14.30 ad un bivio: a destra si va verso la capanna Monza a sinistra c'è un altro sentiero che porta ad Erve. Non sappiamo cosa fare. La soluzione arriva con dei ragazzi che ci informano che ci vorranno ancora 40 minuti per il rifugio. A quel punto ci riposiamo un po' bevendo dell'acqua e sgranocchiando mandorle,  poi giù. Si ritorna a valle da soli nel silenzio del bosco.....




martedì 10 luglio 2018

Monte Cornizzolo

Su un sito si diceva che avrei trovato i cartelli indicativi dei sentieri dietro il cimitero di Suello, ma arrivata sul posto, essi non c'erano.
Chiesi a delle persone del luogo, e loro, mi indicarono la via e dissero che più in là avrei trovato i segnavia per salire alla cima. Non mancarono di sgridarmi perché ero da sola ad avventurarmi in montagna.
Così m'incamminai e continuai a camminare su un  sentiero che era ben battuto, ma certamente non simile a quelli che io chiamo le autostrade di montagna. Assomigliava più ad una stretta via di paese. Ed a volte,  in certe vie di paese si può trovare una strada senza uscita, ed è esattamente ciò che successe a me. Infatti da lì a poco arrivai in un punto dove non riuscii più a proseguire. Il sentiero e la salita divennero man mano sempre più pericolosi.
Avevo le gambe segnate dai rovi, il terreno cedeva sotto i miei piedi ed un forte stimolo urinario mi distraeva. Non riuscivo a proseguire, ritornavo sui miei passi ma ogni sentiero finiva in un cespuglio di nocciole o in rovi e sorridendo tra me e me mi paragonai a quelle persone che pensano con il culo e, per concentrarmi meglio: pisciai!
Libera da stimoli e spensierata, cercai d'orientarmi. Guardai a monte e poi a valle focalizzando un ciclamino che poco prima avevo ammirato ed ora lui ricambiava con me tutto il suo splendore.
Grazie a lui ritrovai il sentiero che mi portò all'autostrada di montagna e qui, finalmente, trovai i cartelli del CAI: quelli mostrati nel sito.cornizzolo1 Soddisfatta e felice risalii la lunga via Crucis. E' la mia prima escursione che faccio da sola. Incredula costatai una tranquillità e sicurezza che spesso ho invidiato in certe persone che, a differenza della sottoscritta, non sembra si facciano prendere dal panico per non essere in compagnia.
Per mia sicurezza, comunque, avevo mandato un messaggio a casa facendo sapere che stavo partendo da Suello. Erano le 9,30 e dopo mezz'ora procedevo su un percorso segnalato. Mai però mi era capitato di leggere una segnaletica che indicava "440 metri sopra il livello del mare, mancano 800 metri alla cima". Mannaggia quanto me ne mancava ancora!
E pensare che sarei dovuta andare in Val Gerola al rifugio Benigni sicuramente più apprezzato, invece stavo andando al rifugio SEC da sola e per tutto il tragitto non incontrai nessuno.
Stamattina, quando mi sono alzata per prima, ho urlato  "Io sono pronta! Ti ho preparato il pranzo nello zaino!"
Risultato immagini per monte cornizzolo da suello 

"mi spiace oggi non ce la faccio" risponde una voce addolorata.
Io lo guardo e percepisco quella sofferenza che similmente a volte prende anche me quando mangio cereali o troppi zuccheri.
In passato avrebbe reagito diversamente, accontentandomi, ma oggi era proprio k.o. e dispiaciuto perché sono mesi che non andiamo in montagna.
"Ti offendi se provo ad andare da sola?" azzardo io ed al suo "No, ma dove vai?" rispondo:
"Il più vicino possibile, farò solo una mulattiera"
Subito cerco su internet e trovo ciò che fa per me:"Il Cornizzolo!"  Sentiero n 16, una direttissima che parte dal cimitero di Suello. Guardai l'ora ed erano le 8.30, presi le chiavi della mia auto, gli diedi un bacio e via, me ne andai!
Quindi giunsi alla fine della via Crucis dove un balcone panoramico si affacciava sulla pianura. Affascinata, il mio sguardo correva: dalla lontano Milano con i suoi grattacieli, al sottostante lago di Annone, dal vicino Monte Barro a più in là verso la collina di Montevecchia per ritornare al frastagliato Resegone.
Sorrido pensando che solo un anno fa sarebbe stato un paesaggio anonimo. Oggi invece riuscivo ad identificare i diversi luoghi.
Da qui presi il sentiero n.16 chiamato La Direttissima e procedendo, per lo più sotto il sole cocente, ripensai alla mancata gita in Alta Val Gerola, che ancora una volta era sfumata, ed a tutte quelle persone che non avrebbero mai risalito il Cornizzolo in piena estate. Mentre m'inerpicavo, li invidiai!
Dal fondovalle venivo disturbata dal rumore delle auto, ma da quel sottofondo seppi cogliere nel "silenzio" della natura il fruscio creato dagli animaletti che si nascondevano ai miei passi, i cinguettii degli uccellini e il frinire delle cicale.
Immaginai che il sentiero potesse essere controllato dal paese quindi pensai di poter essere facilmente individuata da occhi curiosi, ma anche se mi fosse successo qualcosa.
Il vento veniva scaldato da un sole rovente e piacevolmente ne sentivo la brezza senza provare le sofferenze di un corpo accaldato. Però avevo dimenticato la mia bandana e dopo i successivi 500 metri di dislivello non riesco più a proseguire speditamente, mi sentivo spossata e bevii così avidamente da rimanere senza acqua. Per riprendere un po' le forze preferii fermarmi e mangiare sul sentiero invece di rifocillarmi alla meta, Poiché mi trovavo in un punto esposto, pensai che il cellulare avrebbe preso la linea e speranzosa telefonai a casa.
"Ciao sto un po' meglio, ma tu sei matta a fare tutta quella strada?"
"Non ti preoccupare. Non mi sto nemmeno accorgendo di tutta la strada fatta". Mentii! e rifocillata  ripresi il cammino. Ero molto accaldata e ne sentivo i sintomi. Nascosto dal cespuglio riuscii a vedere l'ultimo avviso per la cima, mancavano 300 metri.
Volevo mollare e tornare indietro ma abbandonare in quel punto proprio non mi andava. Decisi di arrivare almeno al bordo della strada dove c'era il rifugio e man mano che mi avvicinavo cercavo di scovare se un altro sentiero che mi avrebbe evitato di camminare lungo la strada asfaltata. Anche se mi ripetevo che sarei arrivata solo fin lì e poi sarei tornata indietro.
Scavalcai l'ardinello al ciglio della strada e una sbarra abbassata impediva l'accesso in auto al rifugio SEC

Non sapevo cosa fare. Veramente pensavo di potermi accontentare di arrivare al rifugio lasciando la croce del Cornizzolo ad altri? Naaa
Il sentierino al lato opposto della strada era un richiamo invitante. Era un piccolo sentiero e per evitare di trovarmi in strane situazione esplorai nei dintorni per trovarne uno migliore, ma non lo trovai!
Decisi di proseguire e arrampicai tra le rocce alla cima da lì. Il vento soffiava e cercava di portarsi via la maglietta che pensai di usare come cappello. Ma io lo fregaio e allacciai le spalline sotto il mento ed ottenute le mani libere e salire sempre più sù.
Ad ogni passo, per capire se finalmente ero arrivata alla meta, cercavo di localizzare la base della croce e solo quando, finalmente intravidi il cemento della sua base magicamente riacquistai più energia e fatti gli ultimi passi l'intera croce era lì pronta a farsi fotografare, a suggellare l'evento da poter mostrare.
Subito mi precipitai all'ombra della croce, non volendo più stare sotto il sole ed indossato un maglioncino, felice da lì, osservai di nuovo l'incredibile panorama.
A breve un uomo arrivò dal versante opposto al mio. Curiosa,  mi accorsi che c'era un sentiero che partiva proprio davanti al rifugio SEC che non avevo raggiunto.
Da prima cercai di collegarmi ad Internet per vedere se potessi fare una strada alternativa per il ritorno, ma non riuscendoci guardai l'uomo seduto poco distante da me.
Cercai di attaccare bottone pensando che lui mi potesse suggerire una via alternativa alla mia. Ma la sua risposta fu così fredda e serafica che rinunciai ad indagare oltre. 
Allora cercai di telefonare per avvisare che ero arrivata, ma non c'era nemmeno la linea. Quindi mi coricai sul prato. Chiusi gli occhi e mi addormentai per pochi minuti. Al risveglio sentii di aver ripreso energia. Mi dissi tra me e me:"Ok andiamo al rifugio, ormai in cima sono arrivata ed al rifugio, forse, riuscirò a telefonare." Fu esattamente ciò che accadde.
"Non ci credo, stai già ritornando?.. Mi raccomando fai la stessa via. Te la ricordi vero?.. Devi tornare allo stesso punto da cui sei partita." 
"ma certo" rispondo io pensando - "sempre se non trovo un'altra via!"
Vicino al rifugio c'erano cartelli CAI verso i quali mi diressi scoprendo su due di essi: Civate e San Pietro al Monte.
Subito mi ricordai di essermi imbattuta in una segnaletica simile e ritornando internet disponibile cercai un sentiero che da San Pietro al Monte mi portasse a Suello. Caspita c'era, con un tempo stimato di trenta minuti da sommare all'ora e trenta per arrivare fin lì. In tutto è più o meno lo stesso tempo dell'altro sentiero. Ci andai!
La discesa, tutta in ombra, era piuttosto ripida e ritenni una fortuna non averla fatta all'andata. 
Anche su questa strada non incontrai nessuno e notai l'assenza del fastidioso sottofondo urbano; pensai, sicuramente sarò all'interno di una conca e mi ripromisi di controllare a casa per confermarlo.
Sulla via un fontanile mi permise di dissetarmi e riempire la bottiglia vuota che stavo portando a valle come rifiuto. Il bicchiere di metallo legato al muretto con una catena mi confermava che l'acqua era potabile, e ben rinfrescata continuai il cammino arrivando ad un'Abbazia di San Pietro al Monte del 1200. Che meraviglia!
Quanta discesa avevo fatto e non ero ancora a valle.
Trovata una panchina mi riposai, mangiai l'ultimo frutto che mi ero portata per il pranzo, e guardai l'ora. Avevo ancora un sacco di tempo prima che arrivasse sera. Mi sentivo molto soddisfatta della mia avventura non sapendo che mi aspettava un altro tratto anch'esso suggestivo.
Localizzai le indicazioni di un cartello che indicavano la strada per Suello e mi allontani da lì.
Arrivai in alcuni punti dove mi aiutai con le corde ferrate fissate alla parete, superai un orrido e con sorpresa giunsi all'altopiano da cui ero partita per salire lungo la direttissima del Cornizzolo.
Felice telefonai ancora una volta a casa per condividere l'euforia. "Per le 16.30 sarò a Suello e  per le 17,30 al massimo sarò a casa," conclusi dopo aver raccontato ciò che avevo sperimentato con tanto entusiasmo dilungandomi nei dettagli.
Arrivata all'auto rincontrai il signore che alla mattina mi aveva indicato la via.
Con un sorriso venne verso di me confessandomi la sua preoccupazione vedendo ancora l'auto parcheggiata. Ricambiai la gentilezza raccontandogli il giro che avevo fatto e poi, come buoni amici ci salutammo e nuovamente lo ringraziai.
Sulla via del ritorno già pensavo ai commenti che avrei sentito raccontando la mia impresa. Infatti, come avevo previsto i "ma sei matta?" si susseguivano di voce in voce. Io annuivo orgogliosa di tanto coraggio mostrando foto e massaggiandomi le doloranti membra pensando alla successiva gita che sapevo già sarebbe avvenuta molto più in là.




giovedì 6 luglio 2017

NEL MIO GIORNO DI LIBERTA'



Indossato gli scarponi e allungate le bacchette, segui il cartello del sentiero che indicava la vetta.
Ascoltai il silenzio del bosco e il tintinnio delle mie racchette, sui sassi, mentre procedevo in una lenta ascesa
Da poco mi ero allontanata dalla civiltà con tutti i suoi rumori, ma gli alberi il cinguettio degli uccelli e lo stormire del vento me la fecero dimenticare. Fu un attimo! Ed ero solamente lì
Immersa nella natura, in una atemporalità che sembrava infinita
Ma a scadenzare il tempo dalla tasca dei miei calzoni una impersonale fievole voce ripeteva a piccoli intervalli, singhiozzando "fi-ne dell'alle..mento....l,a..mento è sta.....preso"
Nonostante non ci sia nessuno a cui dover rispondere non riesco a non precisare "ma sto ancora camminandooo"
Poi, sorrido, capendo che la linea si interrompe per mancanza di campo, chi saprà mai se sta calcolando correttamente passi, chilometri e dislivelli?
Intanto salgo, salgo e salgo ancora. Il panorama da mozzafiato incanta, le vertigini, se guardo nel baratro, mi allarmano finché trovo con le mani un contatto e tutto si placa, in quel mondo di fiaba, in un momento di diversa quotidiana realtà.
 Nooooo, non posso negarmi tale beltà e controllando il meteo organizzo la mia prossima gita: preferibilmente in settimana e preferibilmente verso una nuova "Crocetta " da cui ampiamente guardare e sentire dentro di me tutto lo spazio che potrei permeare
2017  Giuseppina porro 

mercoledì 5 luglio 2017

Monte Rosetta


Sul monte Rosetta
Una crocetta
Porta le foto in memoria d'uomo
Che fin da lei
Sul monte amico
Si mise in moto.

I 4x4, per direttissima, a lei sale
E il primo che arriva, lancia un segnale
Insieme si scende al lago Culino
A riempire l'ormai vuoto pancino,
E riposiamo al sole caliente,
Su pietre già lise
E molli reti
Per chi ha più pregi

lunedì 19 giugno 2017

Valmalenco

Il monte Disgrazia si impone
sulla valle sottostante
da cui sto guardando bianchi ghiacciai
e grige rocce, aguzze, frastagliate ed arcigne, sembrano incantate.
Assieme ad altri amici: 2 Asolo ed 1 Salewa mi completo in salite e discese
pavoneggiando qualità ad un Salewa indaffarato nel voler mostrare grazia e aggrappante agilità.
Orgoglioso del suo acquisto mi dice mentre va:
"Son comodi avvolgenti alle caviglie,
con questi ho il giusto mordente."
Il piede ben catturato e le unghie, ormai nere, ringraziano felici, dimenticando, gli scarponi di ieri.
Son belli son neri sono rigidi e fieri
Non son come voi addolciti dal verde pastello per azzurri sentieri
Voi ilari andate senza osar sulle cime proibite
mentre noi di rosso guarniti ci arrampichiamo tra sassi e il granito
che al di sotto di plantari irrigiditi,
paiono come petali di rose su un tappeto arricchito"
"Bhe anch'io un po' gli assomiglio"
e mentre penso a quello che abbiamo in comune
mi accorgo di un altro pensiero
da non poter dire: quello scarpone è al quanto carino,
e prima che un altro gli vada vicino
gli allargo un sorriso per un suo occhiolino
Che bella la gita ridiamo alla sera
sotto un cielo di stelle, ancora più belle
E poi finalmente andiamo a dormire
Mi sento felice..... e così  sia!