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giovedì 5 marzo 2020

La partenza del 6 luglio 2018

Alle 8 ci si sveglia dopo 2 giorni nei quali si è dormito poco
Il meteo, per Milano minaccia pioggia, a Ziano Piacentino da' sereno
Ore 9. Il bello di casa si sta ancora preparando. Io scrivo mentre lo aspetto e scherzando gli dico: "gli altri papà han fatto anche la tinta, tu sei così grigio..."
Finalmente si va a caricare l'auto con le ultime cose da portare per il matrimonio.
Come è bello il vestito della sposa!
Sono le 10 e solo ora stiamo partendo quando in realtà dovremmo essere già là.
Sicuramente i ragazzi saranno già all'opera per preparare la location, io volevo aiutare, lui pensava di star già aiutando così.
Dal benzinaio c'è una lunga fila, quindi si cambia per non perdere ulteriore tempo.
Sono nervosa perché dovrei essere già sul posto della cerimonia, avevo promesso che aiutavo e mi da fastidio non rispettare gli accordi.
Ore 11.20 sicuramente stiamo sbagliando strada. Allarmati delle continue indicazioni per Lodi reimposto Google maps e scopro di non esser più sulla strada per la nostra meta iniziale. Cazzo! Dobbiamo tornare indietro.
Cosa sia mai successo a google maps per aver cambiato ed impostato una nuova destinazione non me lo so spigare. Ovviamente la colpa è mia perché avrò inavvertitamente toccato lo schermo avviando qualche nuova ricerca  quindi, tra isterismi giustificati torniamo indietro, inserisco e riposiziono di nuovo Ziano Piacentino. Metto il cellulare nel dispositivo porta cellulare così non corro il rischio di toccare inavvertitamente qualche pubblicità con impostata la mappa  per raggiungere la sede.
In effetti, con lo sguardo fisso sul display, mi accorgo che Google maps cambia itinerario e per sicurezza imposto anche il mio cellulare sulla stessa applicazione: due è sempre meglio di one.
Così siamo giunti a destinazione 
CHE MERAVIGLIA!
Tutto questo ci calmò.

Dai miei appunti

Oggi andiamo sul Resegone
Il cielo è  nuvoloso.
La compagnia è nuova, non siamo mai usciti con loro.
Lui è nervoso ed "il buon giorno" viene  delineato  dalle sue imprecazioni che sono tante, noiose, ed io ne sono già stufa. Fin qui si preannuncia una giornata di merda!
Da subito sbagliamo l'accesso all'imbocco della superstrada Milano-Lecco andando ovviamente verso Milano.
Per fortuna con noi c'è Simone per cui i suoi porconi sono più rivolti al traffico che non al suggeritore (io).
Così, alla prima uscita che incontriamo, si ritorna indietro. Guardiamo il cielo è grigio ed ovviamente diventa un altro bersaglio per nuove imprecazioni dette con la speranza che qualcuno proponga di tornare a casa; ma  zitta, io ignoro trovando argomenti socialmente utili .
Arriveremo mai al parcheggio dei Piani d'Erna?
Oh finalmente ci siamo! Un sorriso glielo regala il non pagamento del parcheggio in giorni feriali
Il secondo sorriso gli si stampa per lo sconto agli over 60 e poi c'è la funivia; lei, da sola, ha il giusto fascino per rende più invitante la gita fuori porta.
Non la si prende tutti i giorni ma nemmeno raramente, eppure è un'avventura già  di per sé.
Nell'attesa si socializza decantando precedenti avventure.
Essendo lunedì, il bar dell'impianto teleferico è chiuso, ma per incontinenti come noi i bagni sono disponibili ed hanno la turca, che ad alcuni fa schifo ma per me è molto più igienica del WC, sul quale non potrei mai di far adagiare il mio fondo schiena. Liberi da ogni bisogno partiamo!
Guardare giù dalla funivia è irresistibile e per quanto voglia  fare quella indifferente all'uso, la mia  espressione e le mie mani serrate sul corrimano, fanno parlare l'amico che scherza sulla mia emozione. Ciò attira l'attenzione degli altri passeggeri che si girano a guardarmi.
Scontata è la giustificazione che mi giunse spontanea ammettendo la mia non indifferenza all'altezza.
Giunti in quota, al ristorante Milani, è doveroso il buon caffè che ci era stato negato a valle e non avevamo ancora bevuto. Simone si fa aspettare per comprare 2 panini poi, allungate le bacchette si va spediti verso la crocetta, che tutto sommato non è  così lontana .
Dopo  pochi metri la via  si presenta molto stretta ed appaiono le prime rocce.
Le bacchette ora sono proprio d'intralcio è meglio riporle infatti, oltre un ghiaione, le rocce la fanno da padrona e con esse le prime catene della via attrezzata.
Lui esalta felice per aver deciso di venire  fin qua  e programma nuove gite mentre io aspetto il commento finale non sapendo ancora esattamente cosa ci aspetterà
I giovani amici hanno un passo lungo e veloce, mentre il nostro è più lento, con soste forzate per catturare il paesaggio, sfidandoci a vicenda sui nomi dei monti, laghetti e città che da su si presentano come le immagini satellitari del mio cellulare.
Il cielo zitto zitto si rischiara ed il sole ci scalda e ci arrossisce la pelle .
Nonostante i buoni suggerimenti di Cisco, che racconta della sua esperienza di "guida nel deserto", noi beviamo, sudiamo e  beviamo ancora, alla facciazza dei beduini che bevono di notte e di giorno sono ben vestiti sotto un sole cocente.
Alcuni punti del Canalone di Bobbio sono davvero impegnativi, ma cercando troviamo dipinte sui massi le bandierine della via n.10. Critici tratti di rocce ed inagibili canaloni si superano facilmente allontanandoci sempre più dal punto di partenza, nascondendoci ancora la meta.
Appena raggiungiamo gli amici che, ad intervalli regolari, si fermano ad aspettarci ripartono, offriamo uno spuntino di noci e qualche foto regalandoci il condiviso  riposo
Durante l'ascesa incontriamo due ragazzi che scendono saltellando incuranti delle difficoltà  mentre un uomo più anziano, o meglio un coetaneo signore, è seduto su un masso per riposare. Ci racconta preoccupato della sua discesa iniziata dal rifugio Azzoni presso il quale ha bivaccato   dimentico di
quanto fosse maggiormente pericolosa la discesa rispetto alla salita.
Io penso che in discesa non farò mai questa via, anche se vorrei provarci per superare mie l'incapacità
Dalla cima di una cresta del Resegone Simone ci saluta con ampie bracciate mentre Cisco ci chiama incoraggiandoci negli ultimi metri che ci porteranno sulla nuova via chiamata il sentiero delle creste e che ci porterà in cima fino alla croce passando dal rifugio Azzoni.........

Artavaggio
Per il prossimo lunedì  una nuova escursione, peccato che a domenica non si sappia ancora se, e dove andare.
Io ho sempre un piano C se per il piano A fallisse. Come ogni volta, lui sembra non abbia tempo, voglia, o Dio sa, per viaggiare.
Per il piano B invece lo devo sempre supplicare, niente gli va bene o è troppo impegnativo o c'è troppo dislivello o fa, semplicemente, schifo. 
Oggi, lunedì, il tempo è  nuvolo anche se, tutti i meteo, dicono che rischiarerà.
Per lui invece oggi pioverà lasciandomi nel dubbio di applicare  il piano C: chi fa da sé fa per tre!
Un giro di telefonate e siiiiii  anche oggi si va in Valsassina!
Sulla Milano Lecco sorpassiamo una gippone militare anni 50 con una coppia d'altri tempi che felicemente vive al di fuori della rigida vita di città
Anche noi oggi siamo un po' bislacchi, e mentre guardo gli uomini impegnati a riparare lo specchietto, l'occhio mi cade su una cerniera che divide per il lungo 2 ciapett ed incuriosita da tale stranezza chiedo: ma questi nuovi pantaloni hi tech hanno una cintura lì così per la cacca?
- mah!-  risponde lei - quando si gira guardiamo se ha anche quella per la pipì. -
So che non è molto educato ed anche poco panoramico  fissare neri paesi bassi e per scacciar tale proposito  volto il viso alla montagna e di corsa  in biglietteria per poi salire sulla funivia.
Mentre l'amico mi parla con la mano fruga dentro il taschino, il mio sguardo ritorna sui suoi pantaloni ed è lapalissiano costatare che il taschino è quello posteriore e non dovrebbe trovarsi lì. Dovrei farlo notare?
Che imbarazzante decisione. E mentre decido su come dirglielo, con un pizzico di ostilità ed a gran voce viene annunciato - Ma hai messo i pantaloni all'incontrario! -
Rido a crepapelle osservando l'amico mentre racconta che cercava di mettere qualcosa in tasca e non la trovava - meno male che questo pantalone ha un taschino davanti - dice.
Riuscendoci felicemente mettere il resto nel taschino sul davanti dei pantaloni .....

Ferragosto
Sotto ferragosto anche la minaccia del mio piano C  non è stata sufficiente per fargli decidere di andare a camminare.
Ho una notte per programmare ed ottenere il mio svago, il mio momento di faticosa agilità
Sono le 3 del mattino chissà!?
Mi risveglio alle 8 faccio colazione, pulisco il bagno e poi attirata dallo strudel non resisto: lo mangio tutto!
Lui rimane a letto. Immobile. No colgo nessun imput, nessun segnale. Decido che andrò a fare un giro in bici lungo il naviglio ma, appena pronta per uscire, lui propone: - andiamo sul  monte Bollettone -  e dal water mi urla: - prepara il thermos con il caffè! -
Questa meta gliel'aveva suggerita Genio anche se oggi non poteva venire in montagna  con noi per impegni di lavoro.
"Lui" invece non è per niente in forma, ma per farmi felice si prepara per l'ascesa. Alle 10, con tutta calma,  si parte verso Albavilla. Maledetto ferragosto!
Arrivati all'Alpe del Viceré intere famiglie in ciabatte e costumino, trafficano per organizzare il perfetto pic nic, mentre noi abbiamo quasi vergogna a calzare gli scarponi. Ridendo imbarazzati scrolliamo le spalle ed incuranti dei vacanzieri dediti al barbecue ci avventuriamo verso la Capanna Mara.
Non sono entusiasta da questa escursione che sempre più considero sia una gita per giornate "infelici". In fondo se non la si faceva non l'avrei mai scoperto.
.......Rivedo Genio dopo ferragosto.
Curioso s'inforna della nostra ultima gita e  mi corregge i nomi che storpio incurante di trasmettere l'entusiasmo che non c'è.
Genio mi comunica di aver invitato un nuovo amico per il lunedì successivo e vuole rifare lo stesso monte partendo da un punto diverso, facendo un percorso su un sentiero attrezzato con una scala di legno ed una di ferro ma.......
Il lunedì successivo si preannuncia una giornata di pieno sole ed io voglio andare molto più in su. La Grigna mi richiama e il mio cuore è là ma non lo è per Genio....

Oggi è lunedì. Lui si alza alle 6 io sto ancora dormendo.
Il tichettio che arriva dalla cucina preannuncia una possibile bella gita.
Lui sta preparando il pranzo al sacco, io non ci posso credere.
Partiamo che non sono ancora le 8.
Al primo bivio mi dice andiamo in Grigna?
Ma come........ dopo una sera a convincermi di anare sul bergamasco, mi spiazza.
Per tutto il viaggio mi parla della Grigna ma la nostra metà non sarà quella.....

Resegone:
oggi nuova e diversa tappa al Resegone
giornata nuvolosa, radiatore dell'auto ko ed è oramai tardi per partire, ma finalmente si va.
Il soggetto bersaglio di polemica  è il radiatore della golf che perde liquido rosso e sarebbe da riparare su un' auto da rottamare. Per fortuna c'è la panda che con i suoi 208.000 km sta tenendo botta. Io la trascuro un pochino.
Proprio 2 giorni fa l'avevo comunque portata dal meccanico per sistemare qualcosa che si era consumato. Il meccanico è il vero suo amico, mi chiedo come faccia a ricordarsi tutto di lei. Dovrei  proprio esserne un po' più gelosa. Ma a parte questo siamo arrivati dopo mezzogiorno a Erve e mentre della gente scendeva dal sentiero noi ci avventuravamo in senso opposto. 
Sali e sali si saluta quelli che scendono constatando che siamo sempre gli ultimi ad arrivare in cima, infatti oggi non siamo stati raggiunti e superati da altri escursionisti ed un po' preoccupata per le corte giornate invernali stabilii un tempo di salita: entro le 14 e 45 si dovrà riscendere.
Costeggiano un torrente fino ad arrivare intorno alle 14.30 ad un bivio: a destra si va verso la capanna Monza a sinistra c'è un altro sentiero che porta ad Erve. Non sappiamo cosa fare. La soluzione arriva con dei ragazzi che ci informano che ci vorranno ancora 40 minuti per il rifugio. A quel punto ci riposiamo un po' bevendo dell'acqua e sgranocchiando mandorle,  poi giù. Si ritorna a valle da soli nel silenzio del bosco.....




lunedì 10 dicembre 2018

Ricci

Da 2 0 3 anni sono ritornati i miei odiati ricci.
Qualcuno sostiene perché nascondo dei capricci.
Altri sostengono che, con l'andare dell'età, si ritorni bambini.
Può darsi ma, se diavoletti ribelli si prendessero gioco di me? 
Ah Ah rido io scalciando le note dallo spartito 
di Edoardo Bennato: "In fila per tre"😉😊

giovedì 13 agosto 2015

AD UN POETA


Ho messo più di un "mi piaci"

ai semplici versi delle tue melodie:

amplificatori delle mie fantasie

© 2015 giuseppina porro

domenica 31 marzo 2013

SCRIVERE A QUATTRO MANI


Entrai nel sito, c'era l'invito di scrivere una poesia a 4 mani.
Mi chiesi e chiesi "come si fa a scrivere una poesia a quattro mani?"
Iniziai, scrivendo per prima, in una fredda mattina invernale: la fitta nebbia che lentamente si diradava, il vento pungente che mi schiaffeggiava.
Quando arrivò la risposta mi spiazzò. L'ho letta e riletta per riuscire a trovare la sua espressione. Avevamo due stili diversi, ognuno di noi seguiva un suo pensiero. Niente era stato concordato prima.
Una volta captata la sua ironia ho seguito quel rigo trovando questo esperimento affascinante perchè mi stava aprendo un nuovo modo di esprimermi. Ciò mi creò allegria.
La seconda risposta mi mise ancora di più in difficoltà, non riuscivo a proseguire non avendo una direzione verso cui andare. Pensai che questa fosse più una poesia al buio e decisi che doveva cambiare.
Anche dall'altra parte arrivò una richiesta di terminare.
Scrissi due pezzi con molta indecisione su quale fosse il migliore da usare.
Leggendo e rileggendo alla fine trovai la mia conclusione.

Se nei mesi del freddo villano
non sei mai venuto a Milano
non conosci l'umido inverno padano
con la nebbia che s'addensa pian piano
ed acceca il viandante che guarda lontano.

 Milano sei di tanti. Mangiatemi in otto
lascia perdere il tempo che regge le nuvole
dentro i miei giorni che sono dappertutto
il cervello lo vuoi per te o per noi ? Che c'importa del sole!

OH! Dici bene latino che al sole t'abbronzi
Qui è un inferno!
per questo il buon Dio ci ha dato l'inverno.
Però anche lui non può più tollerare
al gran temporale la quiete vuol regalare


Sì, lo vediamo tutti, è inutile pensare
andando al mare  s’incontra l’unico temporale
esige uno stato di purezza di chi si vuol lavare
tutto un corpo esposto, dentro la terra, come un maiale.

Da noi opulenti s'abbuffan, nel fango sniffan
Tra ruote d'arancia e letti d'alloro
fronteggian rivali, raccolgono oro
dietr'Alpe vicine d'innevate cime
disgelano al sole creando slavine
giusi/sergio