Un ronzio arriva alle mie orecchie.
Comprendo poche parole: Milano-Meda, Presidente del Consiglio, traffico, delitto di.....parole che non riesco a collegare
Poi la voce si fa sempre più nitida, proviene dalla radio e come ogni mattina mi sveglia con la voce di un uomo che legge i titoli dei giornali passando da una testata all'altra e che arrivano alla mia mente come un mare di parole senza senso compiuto, ma la sua voce è adatta per un lento risveglio: è una voce da sette e trenta.
Ora mi alzo! Ora mi alzo! Ripeto nella mia mente, però non riesco a dare il comando al corpo.
Un peso sprofonda sul mio letto, una volce dolce e tranquilla mi chiede: "tutto OK?"
Mi accorgo che non ho nemmeno la forza di rispondere, dò un accenno col capo e mi riprometto che non andrò a letto mai più così tardi alla sera, ma so già che sto mentendo!
Lui mi dà un bacio sulla fronte, mi chiede conferma su cosa deve preparare per Kate e se ne va. Io penso: cavoli, si è proprio preoccupato stamattina vedendomi ancora a letto e mi gongolo per la sua attenzione.
Ora decido: Mi alzo!
Entro in bagno, Kate sta finendo di truccarsi. E' tutta vestita di nero, persino i capelli li ha tinti di nero. Famiglia Adams? La guardo in silenzio... ed è proprio carina. La bacio e me ne vado in cucina.
In cucina, ad accogliermi ci sono ancora i piatti sporchi del giorno prima. Sono una montagna di piatti sporchi da lavare, ma stamattina, inaspettatamente, la colazione è già pronta e rinfocillata ho un po' più d'energia per per iniziare a lavarli. Li ho tutti insaponati quando arriva Kate agitata perchè è in ritardo e vuole che l'accompagni al treno: "Mamma, Mammaaaaaaaa, mi accompagni al treno? Lo perdo! Papàaaa?" .....solita lite.
Asciugo le mani, mi infilo un vecchio cappotto di mio marito e le prime scarpe che trovo: "Ok andiamo!"
Kate in auto è nervosa, ma alla stazione di Varedo prima di scendere dalla macchina, mi fa un grande sorriso e mi saluta divertita: "Grazie mamma!" e se ne va.
Io sospiro e torno a casa.
Sulla strada del ritorno incrocio un ragazzo che, quando lo incontro, corre sempre affannosamente verso la stazione per non perdere il treno. Io non lo conosco ma è così appariscente che non lo puoi non notare e un po' per simpatia e un po' per solidarietà, a sua insaputa, ogni mattina, gli auguro e mi auguro che salga sul quel maledetto treno.
Questa mattina, non ho dubbi sulla sua riuscita: lui imbocca la strada che porta in stazione io metto la freccia a destra per uscire dalla via, lo guardo, e lo riguardo ancora è proprio lui! sta camminando normalmente.
Rientro a casa, mi sento di buon umore e mentre sciacquo i piatti penso:
OGGI SARA' UNA BELLA GIORNATA!
© giuseppina porro