lunedì 12 luglio 2021

Rifugio Rosalba

 E' un sabato d'estate. La giornata ha il meteo favorevole e noi tanta voglia di tracking.

Arrivati ai Pian dei Resinelli ci accorgiamo che un sacco di persone ci hanno preceduto: i parcheggi sono pieni di vetture. A fatica troviamo un posto che non sia in un divieto di sosta.

Ci addentriamo nel bosco e arriviamo al punto in cui il sentiero si fa più difficoltoso e con l'aiuto delle mani oltrepassiamo le parti rocciose. 

Dei suoni arrivano dalla cima ed associo i due dati. Forse c'è una manifestazione in corso, un appuntamento speciale per gli amanti della montagna, chissà cosa potremmo trovare lassù. Per questo sono un po' preoccupata perchè nella mia memoria ricordo un piccolo spiazzo ed un stretto corridoio tra il rifugio e la ringhiera la cui capienza sarebbe sconsigliata per un evento con tanto di fanfara.

Mentre si sale altre persone scendono, tante persone stanno già scendendo ed ogni volta che incrocio qualcuno ne approfitto per riposarmi un po'. Non ricordavo fosse un sentiero così impegnativo. Finalmente si arriva al grande prato finale, Da qui, il sentiero, è tutto sotto il sole ma sale più morbidamente e la musica di nuovo giunge come un invito, un incoraggiamento a continuare. 

Forse c'è una scuola d'arrampicata e la tromba suona al raggiungimento della vetta o per una premiazione; oh come sono curiosa di sapere il perchè di tale musica musica.

Arriviamo fin sotto al rifugio, sui torrioni persone arrampicano e la tromba di nuovo suona. Apparentemente non c'è niente di ciò che avevo pensato mentre salivo. Incuriosita cerco tra la folla, tanta rispetto allo spiazzo disponibile, poca per un raduno programmato, da dove possa venire il suono ma ora tutto tace e sole le parole si mischiano le une sulle altre formando un vocio.

Troviamo un posto sul sentiero che non intralci il passaggio e seduti sulle rocce finalmente consumiamo il pranzo ed io bevo, bevo e bevo per placare una sete pazzesca finendo tutta l'acqua che avevo con me.

Da sotto al busto di Stoppani un uomo, senza alcun motivo, suona improvvisamente la tromba. Non capisco se faccia parte di un gruppo d'amici o se sia uno staff del rifugio. Fatto sta che con quelle note ha reso caratteristico il posto ed ha allietato con garbo il nostro ristoro presso il rifugio Rosalba dove lo sguardo si perde al di sopra delle cime dei monti o in fondo valle nel ramo del lago Lecco le cui acque luccicano sotto i raggi del sole  








lunedì 15 giugno 2020

Monte Nuvolone


Oggi è un bella giornata. Anche se il meteo da' pioggia verso sera come nei giorni precedenti, questa mattina il cielo è così nitido che una bella gita panoramica diventa quasi obbligatoria. Nello zaino metto tutto ciò che serve e si và.

Arrivati a San Primo, ci si incammina!

Io dico: "oggi  ti leggerò 'A Carnevale Ogni Scherzo Vale' ma devi seguirmi fino alla fine".

"Sì" risponde lei "sono pronta, ma  dove dobbiamo arrivare prima che tu mi possa leggere il libro?"

Le indico la cima, libera dal nuvolone che le da il nome


D'accordo, inizialmente ci inoltriamo nel fitto  bosco fino ad arrivare ad un ristoro esposto al sole e ben tenuto. "Devi sapere che ci sarà  un tempo in cui i libri non esisteranno più." Incalzo io. 

"Oh Kate che brutta cosa mi dici, ma perché tu lo sai?" mi chiedono i due occhioni azzurri della stessa intensità del cielo. "Poi te lo leggerò, ma prima facciamo delle foto, non si sa mai." 

"Uffa! non me lo leggi ancora?" Borbotta caricando lo zaino in spalla. "Non ora. Rimettiamoci in cammino e seguimi fino alla fine. Vedi, prima ci trovavamo vicino a quella grande casa bianca. E' un ex colonia ed ha nei pori dei muri la gioia dei bambini."


Distratta dal panorama, riprendiamo il cammino. 

Sordi passi avanzano su un tappeto di foglie bagnate. Attente captiamo i rumori avanzando lente lente. "Ho paura Kate ! questo dorsale sembra più  una strada per briganti. Ma è vero che arriveremo al bel  ..."
La interrompo io "Seguimi, seguimi e attenta a quel che fai. Guarda dove metti i piedi e presto inizierai ad ascoltare la storia di un remoto passato riealaborato nel vicino futuro." Sul monte Nuvolone solitamente viene tutto nascosto da una nebbia fitta fitta; nessuno vedrà  mai che abbiamo il libro che presto leggerò.

"Oh Kate che meraviglia la vista che c'è da quassù. È uno scherzo di carnevale seguirti fin qui per leggere un romanzo quando la natura ha così tante cose da mostrare. Fammi comunque dare una sbirciatina. Mi dicevi che su Amazon lo posso comprare?"

"Sì è vero, quindi ricordati di lasciarmi una recensione!    Ora però sarebbe più carino se ascoltassimo il vento che sta tenendo quelle nubi lontane solo per noi"
Giusi Porro 


venerdì 15 maggio 2020

L'Amore

Quadro di Eugenio Galli

Volevo capire la vita,
dalle parole dei libri, per saper amare.
Ho ascoltato l'amore, nelle canzoni,
per conoscere i turbamenti del cuore
E l'ho guardato nei quadri dei pittori
per poterlo colorare.

Ho cercato l'amore nei silenzi che m'han fatto ascoltare
nelle carezze che mi fecero sussultare
e nei baci che mi fecero innamorare
E lo trovai nelle mie sicurezze e nelle mie paure
Nelle mie dimenticanze e nelle mie premure
L'ho notato nei gesti giornalieri
e nella flemma noia dei miei pensieri

L'amore è in te.
Vive in ciò che il destino ti vuol regalare,
e lentamente muore quando smetti di creare.
Quando perdi qualcosa,  ti dicono che il tempo
sia la miglior cura per poter dimenticare,
ma il  vero è:
che semplicemente, non credi più di poterlo amare.
©2020 GiusiPorro

venerdì 1 maggio 2020

PERCHE’ HO SCRITTO UN LIBRO

Perchè ho scritto un libro? 
Per poter rimanere!
Se non ti sei mai sentito importante, bhe, quello è il momento per cui dovresti
essere in un libro. Le persone hanno sempre delle cose importanti qualcuna di loro ha qualcosa da raccontare.
Che lo si voglia scrivere in forma autobiografica, o farlo diventare un racconto di fantascienza, un thriller o una favola per bambini non ha importanza. C’è chi lo fa in un saggio o in un testo didattico, è una scelta dell’autore, così come lo sono le varie forme d’arte attraverso le quali esprimersi, da quella illustrata a quella musicale con le diverse e molteplici loro diramazioni.
Però, puoi condividere con me, che ogni volta che un’emozione “nobile” ci travolge si sente la necessità di poterla condividere e spesso iniziamo a farlo con amici e famigliari.
Come la foto dell’infermiera che giace riversa sulla scrivania, con tutti gli accessori ancora indossati ed il viso segnato dalla fatica. Sono giorni di lotta per soccorrere le prime avvisaglie che si svilupperanno in una vera e propria pandemia che non ha eguali.
Quanta poesia nasconde il suo nobile gesto per aiutare e salvare persone che nemmeno si conoscono.
In un altro momento storico forse, di quella foto, si sarebbe
fatta bandiera per denunciare abusi dei diritti umani o dei lavoratori, si sarebbe urlato persino contro la stessa persona per aver accettato di essere stata sfruttata.
in ogni caso, in entrambe le situazioni, ciò che si sarebbe voluto cogliere con un estroso clic, è qualcosa che si voleva trasmettere, qualcosa che qualcuno invece avrebbe voluto esprimere cantando, mentre altri avrebbero potuto dire: "Potrei scriverci un libro" e ne scriveranno. Ma la cosa che raccoglierà tutti in un'unica onda è lo tsunami emozionale, creativo e fantasioso.
Quindi cosa c'è dietro questa spinta?
Ci sei tu che dipingi solamente per le tue paret o che suoni i tuoi pezzi senza mai farti sentire. Ci somo artisti cle lo fanno per professione e chi lo fa a livello  amatoriale.
Potrei dire che tutti noi abbiamo una spinta verso la creatività, il desiderio di esprimerci con ciò che di meglio sappiamo fare perchè rimanga nel tempo. Ma riflettendoci la vera domanda non è perchè di scrive un libro. Forse, la domanda corretta è: Perchè vuoi pubblicare un libro?
Questa si che è una domanda che mi scatena vibrazioni interiori di gran lunga interessanti.
Quasi tutti abbiamo fatto fotografie che teniamo in ordinati album da mostrare agli amici in futuro raccontando un momento del passato da ricordare. Molti hanno un diario e penne ad inchiostro per poter immortalare emozioni, descrizioni, sentimenti o situazioni. Perciò cos’è questa spinta che ci differenzia tra il voler rendere pubblico qualcosa o farlo rimanere privato?
Tolto gli artisti che lo fanno di lavoro e campano sulla loro abilità, per gli altri perchè diventa importante pubblicare le loro opere?
Tra tutte le arti mi sento più brava con la scrittura e voglio
parlare solo dei libri perchè è ciò che sto sperimentando.
Premetto di non sapere, se il mio, sia un punto di vista corretto, se può aiutare o meno, ma è semplicemente come io sto vivendo quest’avventura e, confesso, mi piacerebbe continuare a maturare.
Eccomi qua con un libro e con il desiderio di poterlo pubblicare. Perchè? 
Prima di tutto per avere un testo scritto in un libro.
Man mano che lo scrivevo e lo stampavo, raccoglievo le pagine in una cartella ad anelli, ma non diventava mai un Libro.
Quindi prova e riprova trovo che lo posso stampare in fascicoletti da rilegare e lo faccio.
Sui tutorial in Internet ho visto come poterlo rilegare manualmente e faccio anche questo poi, per fare la copertina, ho preso il cartone più morbido trovato tra le scatole di scarpe, l'ho rivestito con della stoffa e voilà avevo il mio libro. BELLISSIMO!
Non so spiegarvi l'emozione perchè è veramente difficile e mai sufficientemente espressa a parole, perchè manca l'adrenalina e quel fermento interiore che sale, sale ed esplode in una felice risata.
Poi arriva la quarantena, il lock down e la rete come unico sfogo per poter comunicare.
Qui cercai se c’erano modi per stampare il libro a costi inferiori da quelli da me sostenuti e mi sono imbattuta nella stampa on demand e nel self publishing.
Non è stato facile capire al volo tutto il ragionamento comunque mi butto, inserendo su Amazon il mio lavoro ma non lo posso stampare subito e cerco altrove.
Entro nella community di ilmiolibro.it c’è un’offerta incredibile con la stampa del libro gratuita. Perchè non approfittare? Carico il libro, scelgo una copertina tra i formati gratuiti e invio l’ordine. Il libro arriva a casa. Non è uguale al mio primo libro ma è un libro vero e proprio. Questa cosa mi entusiasma.
Nel cercare di capire come funziona quest'applicazione scopro anche che posso trasformarlo in ebook e metterlo gratuito per un mese.
Penso che sia il minimo che possa fare per mettermi in scambio con tutti quelli che mi hanno aiutato gratuitamente; perchè non contribuire dando anch'io il mio lavoro? 
Subito ricevo la prima recensione a cinque stelle da una persona che non conosco. Questo sì che mi fa sperimentare nuovamente l'emozione del mio primo libro. Sono elettrizzata. Non sto più nella pelle. Lo faccio sapere a più gente che posso.
 Su Internet faccio altre ricerche leggo nuovi articoli e ricevo proposte commerciali che curioso.
Capisco che il mondo dell’Editoria è in rivoluzione e io tiro le mie conclusioni.
Posso pubblicare un libro con un editore tradizionale o avventurarmi con il self publishing. I guadagni sono diversi, con l'Editore ti leghi le mani, con il self publishing sei libero di fare quello che vuoi.
Ma non è così semplice. Non si invia ad un editore il libro per trovarti istantaneamente in libreria NOOO.
Diciamo che dovrò schiacciare parecchi campanelli ed armarmi di santa pazienza prima che un Editore s’interessi ad uno sconosciuto autore come me. Quindi il self publishing
può essere un primo passo ed una soluzione per avere un Libro pubblicato.
Ma nell'oceano dei libri auto pubblicati sei l'ultimo della lista e nessuno si accorgerà di te. E' come se avessi spostato il libro dal cassetto della scrivania a quello del super scaffale Internet pronto ad impolverarsi.
"Come far diventare con noi il tuo libro un bestseller Amazon?"
Oddio questa sì che è una proposta allettante. Seguo il webinar che trovo davvero interessante e stimolante.
Ma facciamola breve in qualsiasi modo mi muovo e decida di pubblicare un buon libro da vendere dovrò impegnarmi economicamente e dedicare un sacco di tempo. E’ assurdo credere di mettere un libro su una piattaforma ed aspettare che qualcosa succeda. Persino gli Editori classici, così tanto criticati ma ambiti, arriveranno a pubblicizzare il mio libro fino ad un tot, il resto lo dovrò fare io ed entrare nel mondo in cui devi promuovere per rifarti delle spese o guadagnare.
Penso, che nel mio caso, questo possa essere un poi, prima dovrò rispondere alla solita domanda: perchè voglio pubblicare?
Non so trovare una risposta razionale. Dopo tutto questo lavoro la risposta di base rimane sempre la stessa per cui ho scritto il libro: PER RIMANERE!
E voi?
©2020 Giusi Porro

"A Carnevale Ogni Scherzo Vale" clicca qui per avere una copia

venerdì 10 aprile 2020

VORREI ESSERE TRA...


EMARGINATI

per temute incapacità
si sono miseramente esiliati


SFRUTTATI

per piccole incapacità
altri ridenti si sono ingrassati


PRIVILEGIATI

per evidenti incapacità
si sono vergognosamente sistemati


REALIZZATI

per capacità migliorate
orgogliosi traguardi
son stati conquistati

© 2015 giusi porro



mercoledì 8 aprile 2020

A COTTIMO

             
Quadro di Giuliano Giuliani                 

         Buio intorno al fascio di luce
          che illumina mani
          Occhi bassi sul mio grembo,
          Roch and roll in padiglioni auricolari

          Un ago scorre, infilato,
          su fibre intrecciate,
          a bloccar stoffe
          che van combaciate

          E il tempo, 
          che fa correre ansiose l'ore,
          Non può esser fermato
          Per poter compensare poi
          l'onesto operato



mercoledì 1 aprile 2020

La Voce

Ciao!
Al telefono una voce adirata,
risentita ma controllata,
cerca di essere educata.

La richiamo!
Ora giunge mansueta,
più dolce e pacata,
finge d'essermi alleata.

Quando la risento,
rimango impressionata
non fa che biascicare
per dover articolare
quella bocca incementata
nel volermi salutare.

Or mi parla risentita
per la droga ingerita
da tre giorni è sedata
e finge d'essersi quietata.

Disperata mi racconta
che dall'alcool dipendenza
per suo figlio vuol cambiare,
la sua vita riscattare,
ma non sa come pagare
una cura meno brutale.

Una casa le han promesso
e di farla lavorare
se, risponde al trattamento.....

Non l'ho saputa biasimare.
Dall'ora, io, non la riesco più
a contattare.
                                          © 2013 GiusiPorro

mercoledì 18 marzo 2020

La Session

Nuvole di gesso
libere dall'antracite van
col fluttuar d'un cancellino
che esperta mano muove
affinché riveda tu, il pulito  piano
su cui poter
scarabocchiare o no.....
Il vivere del futuro
                              (GP)

sabato 14 marzo 2020

Dedicata a Kate

Quando scopri che qualcuno ha scritto ciò che si è  vissuto, meravigliandoti che sia successo anche ad altri. 
Quando ti stupisci che il Poeta è riuscito a scrivere in pochi versi ciò che ho racchiuso in un libro intero, emozionandomi.
Quando sussurro il tuo nome e non ti cerco. Vanni




IO TI PENSO MA NON TI CERCO

Non ho smesso di pensarti, vorrei tanto dirtelo.
Vorrei scriverti che mi piacerebbe tornare,
che mi manchi e che ti penso.
Ma non ti cerco. Non ti scrivo neppure ciao.
Non so come stai. E mi manca saperlo.
Hai progetti? Hai sorriso oggi?
Cos'hai sognato? Esci?
Dove vai? Hai dei sogni?
Hai mangiato? Mi piacerebbe riuscire a cercarti. 
Ma non ne ho la forza. E neanche tu ne hai.
Ed allora restiamo ad aspettarci invano.
E pensiamoci. E ricordami.
E ricordati che ti penso, che non lo sai ma ti vivo
ogni giorno, che scrivo di te.
E ricordati che cercare e pensare
sono due cose diverse.

Ed io ti penso ma non ti cerco
                                      Charles Bukowski



venerdì 6 marzo 2020

CREDICI

Di parole se ne dicono tante.
Di battute se ne fanno altrettante.
I media terrorizzano per fare informazione:
vende più il morto che la guarigione.
Ed ora, ancor prima che finisca questa maledizione,
non sarà il virus la causa della vera depressione.
Sarà data dall'ansia, dal panico che salgono,
che mettono terrore,
che han fermato l'economia
che han creato la confusione.
Per ora, bisogna isolarsi,
curarsi e far prevenzione,
per portare il male ad una controllata estinzione.
Ma le forzate quarantene
e le legali proibizioni
non saranno le sole uniche soluzioni.
Per debellare il male
si produrranno vaccini e difese immunitarie cellulari,
ma per l'uomo? Per l'essere umano no!
Non ci sarà isolamento o medicina ad aprirti la via.
In realtà ci sarai solo tu con la tua capacità di rimanerne vivo.
Solo tu potrai, più di tutti, credere in te,
amarti, sognarti e dai...
Ti rialzerai
Giusi 6.3.2020

giovedì 5 marzo 2020

La partenza del 6 luglio 2018

Alle 8 ci si sveglia dopo 2 giorni nei quali si è dormito poco
Il meteo, per Milano minaccia pioggia, a Ziano Piacentino da' sereno
Ore 9. Il bello di casa si sta ancora preparando. Io scrivo mentre lo aspetto e scherzando gli dico: "gli altri papà han fatto anche la tinta, tu sei così grigio..."
Finalmente si va a caricare l'auto con le ultime cose da portare per il matrimonio.
Come è bello il vestito della sposa!
Sono le 10 e solo ora stiamo partendo quando in realtà dovremmo essere già là.
Sicuramente i ragazzi saranno già all'opera per preparare la location, io volevo aiutare, lui pensava di star già aiutando così.
Dal benzinaio c'è una lunga fila, quindi si cambia per non perdere ulteriore tempo.
Sono nervosa perché dovrei essere già sul posto della cerimonia, avevo promesso che aiutavo e mi da fastidio non rispettare gli accordi.
Ore 11.20 sicuramente stiamo sbagliando strada. Allarmati delle continue indicazioni per Lodi reimposto Google maps e scopro di non esser più sulla strada per la nostra meta iniziale. Cazzo! Dobbiamo tornare indietro.
Cosa sia mai successo a google maps per aver cambiato ed impostato una nuova destinazione non me lo so spigare. Ovviamente la colpa è mia perché avrò inavvertitamente toccato lo schermo avviando qualche nuova ricerca  quindi, tra isterismi giustificati torniamo indietro, inserisco e riposiziono di nuovo Ziano Piacentino. Metto il cellulare nel dispositivo porta cellulare così non corro il rischio di toccare inavvertitamente qualche pubblicità con impostata la mappa  per raggiungere la sede.
In effetti, con lo sguardo fisso sul display, mi accorgo che Google maps cambia itinerario e per sicurezza imposto anche il mio cellulare sulla stessa applicazione: due è sempre meglio di one.
Così siamo giunti a destinazione 
CHE MERAVIGLIA!
Tutto questo ci calmò.

Dai miei appunti

Oggi andiamo sul Resegone
Il cielo è  nuvoloso.
La compagnia è nuova, non siamo mai usciti con loro.
Lui è nervoso ed "il buon giorno" viene  delineato  dalle sue imprecazioni che sono tante, noiose, ed io ne sono già stufa. Fin qui si preannuncia una giornata di merda!
Da subito sbagliamo l'accesso all'imbocco della superstrada Milano-Lecco andando ovviamente verso Milano.
Per fortuna con noi c'è Simone per cui i suoi porconi sono più rivolti al traffico che non al suggeritore (io).
Così, alla prima uscita che incontriamo, si ritorna indietro. Guardiamo il cielo è grigio ed ovviamente diventa un altro bersaglio per nuove imprecazioni dette con la speranza che qualcuno proponga di tornare a casa; ma  zitta, io ignoro trovando argomenti socialmente utili .
Arriveremo mai al parcheggio dei Piani d'Erna?
Oh finalmente ci siamo! Un sorriso glielo regala il non pagamento del parcheggio in giorni feriali
Il secondo sorriso gli si stampa per lo sconto agli over 60 e poi c'è la funivia; lei, da sola, ha il giusto fascino per rende più invitante la gita fuori porta.
Non la si prende tutti i giorni ma nemmeno raramente, eppure è un'avventura già  di per sé.
Nell'attesa si socializza decantando precedenti avventure.
Essendo lunedì, il bar dell'impianto teleferico è chiuso, ma per incontinenti come noi i bagni sono disponibili ed hanno la turca, che ad alcuni fa schifo ma per me è molto più igienica del WC, sul quale non potrei mai di far adagiare il mio fondo schiena. Liberi da ogni bisogno partiamo!
Guardare giù dalla funivia è irresistibile e per quanto voglia  fare quella indifferente all'uso, la mia  espressione e le mie mani serrate sul corrimano, fanno parlare l'amico che scherza sulla mia emozione. Ciò attira l'attenzione degli altri passeggeri che si girano a guardarmi.
Scontata è la giustificazione che mi giunse spontanea ammettendo la mia non indifferenza all'altezza.
Giunti in quota, al ristorante Milani, è doveroso il buon caffè che ci era stato negato a valle e non avevamo ancora bevuto. Simone si fa aspettare per comprare 2 panini poi, allungate le bacchette si va spediti verso la crocetta, che tutto sommato non è  così lontana .
Dopo  pochi metri la via  si presenta molto stretta ed appaiono le prime rocce.
Le bacchette ora sono proprio d'intralcio è meglio riporle infatti, oltre un ghiaione, le rocce la fanno da padrona e con esse le prime catene della via attrezzata.
Lui esalta felice per aver deciso di venire  fin qua  e programma nuove gite mentre io aspetto il commento finale non sapendo ancora esattamente cosa ci aspetterà
I giovani amici hanno un passo lungo e veloce, mentre il nostro è più lento, con soste forzate per catturare il paesaggio, sfidandoci a vicenda sui nomi dei monti, laghetti e città che da su si presentano come le immagini satellitari del mio cellulare.
Il cielo zitto zitto si rischiara ed il sole ci scalda e ci arrossisce la pelle .
Nonostante i buoni suggerimenti di Cisco, che racconta della sua esperienza di "guida nel deserto", noi beviamo, sudiamo e  beviamo ancora, alla facciazza dei beduini che bevono di notte e di giorno sono ben vestiti sotto un sole cocente.
Alcuni punti del Canalone di Bobbio sono davvero impegnativi, ma cercando troviamo dipinte sui massi le bandierine della via n.10. Critici tratti di rocce ed inagibili canaloni si superano facilmente allontanandoci sempre più dal punto di partenza, nascondendoci ancora la meta.
Appena raggiungiamo gli amici che, ad intervalli regolari, si fermano ad aspettarci ripartono, offriamo uno spuntino di noci e qualche foto regalandoci il condiviso  riposo
Durante l'ascesa incontriamo due ragazzi che scendono saltellando incuranti delle difficoltà  mentre un uomo più anziano, o meglio un coetaneo signore, è seduto su un masso per riposare. Ci racconta preoccupato della sua discesa iniziata dal rifugio Azzoni presso il quale ha bivaccato   dimentico di
quanto fosse maggiormente pericolosa la discesa rispetto alla salita.
Io penso che in discesa non farò mai questa via, anche se vorrei provarci per superare mie l'incapacità
Dalla cima di una cresta del Resegone Simone ci saluta con ampie bracciate mentre Cisco ci chiama incoraggiandoci negli ultimi metri che ci porteranno sulla nuova via chiamata il sentiero delle creste e che ci porterà in cima fino alla croce passando dal rifugio Azzoni.........

Artavaggio
Per il prossimo lunedì  una nuova escursione, peccato che a domenica non si sappia ancora se, e dove andare.
Io ho sempre un piano C se per il piano A fallisse. Come ogni volta, lui sembra non abbia tempo, voglia, o Dio sa, per viaggiare.
Per il piano B invece lo devo sempre supplicare, niente gli va bene o è troppo impegnativo o c'è troppo dislivello o fa, semplicemente, schifo. 
Oggi, lunedì, il tempo è  nuvolo anche se, tutti i meteo, dicono che rischiarerà.
Per lui invece oggi pioverà lasciandomi nel dubbio di applicare  il piano C: chi fa da sé fa per tre!
Un giro di telefonate e siiiiii  anche oggi si va in Valsassina!
Sulla Milano Lecco sorpassiamo una gippone militare anni 50 con una coppia d'altri tempi che felicemente vive al di fuori della rigida vita di città
Anche noi oggi siamo un po' bislacchi, e mentre guardo gli uomini impegnati a riparare lo specchietto, l'occhio mi cade su una cerniera che divide per il lungo 2 ciapett ed incuriosita da tale stranezza chiedo: ma questi nuovi pantaloni hi tech hanno una cintura lì così per la cacca?
- mah!-  risponde lei - quando si gira guardiamo se ha anche quella per la pipì. -
So che non è molto educato ed anche poco panoramico  fissare neri paesi bassi e per scacciar tale proposito  volto il viso alla montagna e di corsa  in biglietteria per poi salire sulla funivia.
Mentre l'amico mi parla con la mano fruga dentro il taschino, il mio sguardo ritorna sui suoi pantaloni ed è lapalissiano costatare che il taschino è quello posteriore e non dovrebbe trovarsi lì. Dovrei farlo notare?
Che imbarazzante decisione. E mentre decido su come dirglielo, con un pizzico di ostilità ed a gran voce viene annunciato - Ma hai messo i pantaloni all'incontrario! -
Rido a crepapelle osservando l'amico mentre racconta che cercava di mettere qualcosa in tasca e non la trovava - meno male che questo pantalone ha un taschino davanti - dice.
Riuscendoci felicemente mettere il resto nel taschino sul davanti dei pantaloni .....

Ferragosto
Sotto ferragosto anche la minaccia del mio piano C  non è stata sufficiente per fargli decidere di andare a camminare.
Ho una notte per programmare ed ottenere il mio svago, il mio momento di faticosa agilità
Sono le 3 del mattino chissà!?
Mi risveglio alle 8 faccio colazione, pulisco il bagno e poi attirata dallo strudel non resisto: lo mangio tutto!
Lui rimane a letto. Immobile. No colgo nessun imput, nessun segnale. Decido che andrò a fare un giro in bici lungo il naviglio ma, appena pronta per uscire, lui propone: - andiamo sul  monte Bollettone -  e dal water mi urla: - prepara il thermos con il caffè! -
Questa meta gliel'aveva suggerita Genio anche se oggi non poteva venire in montagna  con noi per impegni di lavoro.
"Lui" invece non è per niente in forma, ma per farmi felice si prepara per l'ascesa. Alle 10, con tutta calma,  si parte verso Albavilla. Maledetto ferragosto!
Arrivati all'Alpe del Viceré intere famiglie in ciabatte e costumino, trafficano per organizzare il perfetto pic nic, mentre noi abbiamo quasi vergogna a calzare gli scarponi. Ridendo imbarazzati scrolliamo le spalle ed incuranti dei vacanzieri dediti al barbecue ci avventuriamo verso la Capanna Mara.
Non sono entusiasta da questa escursione che sempre più considero sia una gita per giornate "infelici". In fondo se non la si faceva non l'avrei mai scoperto.
.......Rivedo Genio dopo ferragosto.
Curioso s'inforna della nostra ultima gita e  mi corregge i nomi che storpio incurante di trasmettere l'entusiasmo che non c'è.
Genio mi comunica di aver invitato un nuovo amico per il lunedì successivo e vuole rifare lo stesso monte partendo da un punto diverso, facendo un percorso su un sentiero attrezzato con una scala di legno ed una di ferro ma.......
Il lunedì successivo si preannuncia una giornata di pieno sole ed io voglio andare molto più in su. La Grigna mi richiama e il mio cuore è là ma non lo è per Genio....

Oggi è lunedì. Lui si alza alle 6 io sto ancora dormendo.
Il tichettio che arriva dalla cucina preannuncia una possibile bella gita.
Lui sta preparando il pranzo al sacco, io non ci posso credere.
Partiamo che non sono ancora le 8.
Al primo bivio mi dice andiamo in Grigna?
Ma come........ dopo una sera a convincermi di anare sul bergamasco, mi spiazza.
Per tutto il viaggio mi parla della Grigna ma la nostra metà non sarà quella.....

Resegone:
oggi nuova e diversa tappa al Resegone
giornata nuvolosa, radiatore dell'auto ko ed è oramai tardi per partire, ma finalmente si va.
Il soggetto bersaglio di polemica  è il radiatore della golf che perde liquido rosso e sarebbe da riparare su un' auto da rottamare. Per fortuna c'è la panda che con i suoi 208.000 km sta tenendo botta. Io la trascuro un pochino.
Proprio 2 giorni fa l'avevo comunque portata dal meccanico per sistemare qualcosa che si era consumato. Il meccanico è il vero suo amico, mi chiedo come faccia a ricordarsi tutto di lei. Dovrei  proprio esserne un po' più gelosa. Ma a parte questo siamo arrivati dopo mezzogiorno a Erve e mentre della gente scendeva dal sentiero noi ci avventuravamo in senso opposto. 
Sali e sali si saluta quelli che scendono constatando che siamo sempre gli ultimi ad arrivare in cima, infatti oggi non siamo stati raggiunti e superati da altri escursionisti ed un po' preoccupata per le corte giornate invernali stabilii un tempo di salita: entro le 14 e 45 si dovrà riscendere.
Costeggiano un torrente fino ad arrivare intorno alle 14.30 ad un bivio: a destra si va verso la capanna Monza a sinistra c'è un altro sentiero che porta ad Erve. Non sappiamo cosa fare. La soluzione arriva con dei ragazzi che ci informano che ci vorranno ancora 40 minuti per il rifugio. A quel punto ci riposiamo un po' bevendo dell'acqua e sgranocchiando mandorle,  poi giù. Si ritorna a valle da soli nel silenzio del bosco.....




A Carnevale ogni scherzo vale

In qualche momento della nostra vita si può indossare una maschera o la si può usare per poter, all'occorrenza, proteggersi un po’.

A Carnevale la si indossa, il vivere prima o poi la toglie. La rimetti ed essa verrà tolta ancora.

Kate e Vanni, autori di questa storia, han tolto la loro maschera raccontando del loro incontro, del loro amore e del loro personale bisogno di amicizia: legami interiori per non restare soli. 

E come due binari di una ferrata via, i due protagonisti corrono parallelamente uno all'altro per incontrarsi, troppo brevemente, lungo gli scambi del loro cammino: si uniscono e si separano col nascosto desiderio di potersi e di volersi incontrare ancora. Ed ancora!




lunedì 10 dicembre 2018

Ricci

Da 2 0 3 anni sono ritornati i miei odiati ricci.
Qualcuno sostiene perché nascondo dei capricci.
Altri sostengono che, con l'andare dell'età, si ritorni bambini.
Può darsi ma, se diavoletti ribelli si prendessero gioco di me? 
Ah Ah rido io scalciando le note dallo spartito 
di Edoardo Bennato: "In fila per tre"😉😊

martedì 10 luglio 2018

Monte Cornizzolo

Su un sito si diceva che avrei trovato i cartelli indicativi dei sentieri dietro il cimitero di Suello, ma arrivata sul posto, essi non c'erano.
Chiesi a delle persone del luogo, e loro, mi indicarono la via e dissero che più in là avrei trovato i segnavia per salire alla cima. Non mancarono di sgridarmi perché ero da sola ad avventurarmi in montagna.
Così m'incamminai e continuai a camminare su un  sentiero che era ben battuto, ma certamente non simile a quelli che io chiamo le autostrade di montagna. Assomigliava più ad una stretta via di paese. Ed a volte,  in certe vie di paese si può trovare una strada senza uscita, ed è esattamente ciò che successe a me. Infatti da lì a poco arrivai in un punto dove non riuscii più a proseguire. Il sentiero e la salita divennero man mano sempre più pericolosi.
Avevo le gambe segnate dai rovi, il terreno cedeva sotto i miei piedi ed un forte stimolo urinario mi distraeva. Non riuscivo a proseguire, ritornavo sui miei passi ma ogni sentiero finiva in un cespuglio di nocciole o in rovi e sorridendo tra me e me mi paragonai a quelle persone che pensano con il culo e, per concentrarmi meglio: pisciai!
Libera da stimoli e spensierata, cercai d'orientarmi. Guardai a monte e poi a valle focalizzando un ciclamino che poco prima avevo ammirato ed ora lui ricambiava con me tutto il suo splendore.
Grazie a lui ritrovai il sentiero che mi portò all'autostrada di montagna e qui, finalmente, trovai i cartelli del CAI: quelli mostrati nel sito.cornizzolo1 Soddisfatta e felice risalii la lunga via Crucis. E' la mia prima escursione che faccio da sola. Incredula costatai una tranquillità e sicurezza che spesso ho invidiato in certe persone che, a differenza della sottoscritta, non sembra si facciano prendere dal panico per non essere in compagnia.
Per mia sicurezza, comunque, avevo mandato un messaggio a casa facendo sapere che stavo partendo da Suello. Erano le 9,30 e dopo mezz'ora procedevo su un percorso segnalato. Mai però mi era capitato di leggere una segnaletica che indicava "440 metri sopra il livello del mare, mancano 800 metri alla cima". Mannaggia quanto me ne mancava ancora!
E pensare che sarei dovuta andare in Val Gerola al rifugio Benigni sicuramente più apprezzato, invece stavo andando al rifugio SEC da sola e per tutto il tragitto non incontrai nessuno.
Stamattina, quando mi sono alzata per prima, ho urlato  "Io sono pronta! Ti ho preparato il pranzo nello zaino!"
Risultato immagini per monte cornizzolo da suello 

"mi spiace oggi non ce la faccio" risponde una voce addolorata.
Io lo guardo e percepisco quella sofferenza che similmente a volte prende anche me quando mangio cereali o troppi zuccheri.
In passato avrebbe reagito diversamente, accontentandomi, ma oggi era proprio k.o. e dispiaciuto perché sono mesi che non andiamo in montagna.
"Ti offendi se provo ad andare da sola?" azzardo io ed al suo "No, ma dove vai?" rispondo:
"Il più vicino possibile, farò solo una mulattiera"
Subito cerco su internet e trovo ciò che fa per me:"Il Cornizzolo!"  Sentiero n 16, una direttissima che parte dal cimitero di Suello. Guardai l'ora ed erano le 8.30, presi le chiavi della mia auto, gli diedi un bacio e via, me ne andai!
Quindi giunsi alla fine della via Crucis dove un balcone panoramico si affacciava sulla pianura. Affascinata, il mio sguardo correva: dalla lontano Milano con i suoi grattacieli, al sottostante lago di Annone, dal vicino Monte Barro a più in là verso la collina di Montevecchia per ritornare al frastagliato Resegone.
Sorrido pensando che solo un anno fa sarebbe stato un paesaggio anonimo. Oggi invece riuscivo ad identificare i diversi luoghi.
Da qui presi il sentiero n.16 chiamato La Direttissima e procedendo, per lo più sotto il sole cocente, ripensai alla mancata gita in Alta Val Gerola, che ancora una volta era sfumata, ed a tutte quelle persone che non avrebbero mai risalito il Cornizzolo in piena estate. Mentre m'inerpicavo, li invidiai!
Dal fondovalle venivo disturbata dal rumore delle auto, ma da quel sottofondo seppi cogliere nel "silenzio" della natura il fruscio creato dagli animaletti che si nascondevano ai miei passi, i cinguettii degli uccellini e il frinire delle cicale.
Immaginai che il sentiero potesse essere controllato dal paese quindi pensai di poter essere facilmente individuata da occhi curiosi, ma anche se mi fosse successo qualcosa.
Il vento veniva scaldato da un sole rovente e piacevolmente ne sentivo la brezza senza provare le sofferenze di un corpo accaldato. Però avevo dimenticato la mia bandana e dopo i successivi 500 metri di dislivello non riesco più a proseguire speditamente, mi sentivo spossata e bevii così avidamente da rimanere senza acqua. Per riprendere un po' le forze preferii fermarmi e mangiare sul sentiero invece di rifocillarmi alla meta, Poiché mi trovavo in un punto esposto, pensai che il cellulare avrebbe preso la linea e speranzosa telefonai a casa.
"Ciao sto un po' meglio, ma tu sei matta a fare tutta quella strada?"
"Non ti preoccupare. Non mi sto nemmeno accorgendo di tutta la strada fatta". Mentii! e rifocillata  ripresi il cammino. Ero molto accaldata e ne sentivo i sintomi. Nascosto dal cespuglio riuscii a vedere l'ultimo avviso per la cima, mancavano 300 metri.
Volevo mollare e tornare indietro ma abbandonare in quel punto proprio non mi andava. Decisi di arrivare almeno al bordo della strada dove c'era il rifugio e man mano che mi avvicinavo cercavo di scovare se un altro sentiero che mi avrebbe evitato di camminare lungo la strada asfaltata. Anche se mi ripetevo che sarei arrivata solo fin lì e poi sarei tornata indietro.
Scavalcai l'ardinello al ciglio della strada e una sbarra abbassata impediva l'accesso in auto al rifugio SEC

Non sapevo cosa fare. Veramente pensavo di potermi accontentare di arrivare al rifugio lasciando la croce del Cornizzolo ad altri? Naaa
Il sentierino al lato opposto della strada era un richiamo invitante. Era un piccolo sentiero e per evitare di trovarmi in strane situazione esplorai nei dintorni per trovarne uno migliore, ma non lo trovai!
Decisi di proseguire e arrampicai tra le rocce alla cima da lì. Il vento soffiava e cercava di portarsi via la maglietta che pensai di usare come cappello. Ma io lo fregaio e allacciai le spalline sotto il mento ed ottenute le mani libere e salire sempre più sù.
Ad ogni passo, per capire se finalmente ero arrivata alla meta, cercavo di localizzare la base della croce e solo quando, finalmente intravidi il cemento della sua base magicamente riacquistai più energia e fatti gli ultimi passi l'intera croce era lì pronta a farsi fotografare, a suggellare l'evento da poter mostrare.
Subito mi precipitai all'ombra della croce, non volendo più stare sotto il sole ed indossato un maglioncino, felice da lì, osservai di nuovo l'incredibile panorama.
A breve un uomo arrivò dal versante opposto al mio. Curiosa,  mi accorsi che c'era un sentiero che partiva proprio davanti al rifugio SEC che non avevo raggiunto.
Da prima cercai di collegarmi ad Internet per vedere se potessi fare una strada alternativa per il ritorno, ma non riuscendoci guardai l'uomo seduto poco distante da me.
Cercai di attaccare bottone pensando che lui mi potesse suggerire una via alternativa alla mia. Ma la sua risposta fu così fredda e serafica che rinunciai ad indagare oltre. 
Allora cercai di telefonare per avvisare che ero arrivata, ma non c'era nemmeno la linea. Quindi mi coricai sul prato. Chiusi gli occhi e mi addormentai per pochi minuti. Al risveglio sentii di aver ripreso energia. Mi dissi tra me e me:"Ok andiamo al rifugio, ormai in cima sono arrivata ed al rifugio, forse, riuscirò a telefonare." Fu esattamente ciò che accadde.
"Non ci credo, stai già ritornando?.. Mi raccomando fai la stessa via. Te la ricordi vero?.. Devi tornare allo stesso punto da cui sei partita." 
"ma certo" rispondo io pensando - "sempre se non trovo un'altra via!"
Vicino al rifugio c'erano cartelli CAI verso i quali mi diressi scoprendo su due di essi: Civate e San Pietro al Monte.
Subito mi ricordai di essermi imbattuta in una segnaletica simile e ritornando internet disponibile cercai un sentiero che da San Pietro al Monte mi portasse a Suello. Caspita c'era, con un tempo stimato di trenta minuti da sommare all'ora e trenta per arrivare fin lì. In tutto è più o meno lo stesso tempo dell'altro sentiero. Ci andai!
La discesa, tutta in ombra, era piuttosto ripida e ritenni una fortuna non averla fatta all'andata. 
Anche su questa strada non incontrai nessuno e notai l'assenza del fastidioso sottofondo urbano; pensai, sicuramente sarò all'interno di una conca e mi ripromisi di controllare a casa per confermarlo.
Sulla via un fontanile mi permise di dissetarmi e riempire la bottiglia vuota che stavo portando a valle come rifiuto. Il bicchiere di metallo legato al muretto con una catena mi confermava che l'acqua era potabile, e ben rinfrescata continuai il cammino arrivando ad un'Abbazia di San Pietro al Monte del 1200. Che meraviglia!
Quanta discesa avevo fatto e non ero ancora a valle.
Trovata una panchina mi riposai, mangiai l'ultimo frutto che mi ero portata per il pranzo, e guardai l'ora. Avevo ancora un sacco di tempo prima che arrivasse sera. Mi sentivo molto soddisfatta della mia avventura non sapendo che mi aspettava un altro tratto anch'esso suggestivo.
Localizzai le indicazioni di un cartello che indicavano la strada per Suello e mi allontani da lì.
Arrivai in alcuni punti dove mi aiutai con le corde ferrate fissate alla parete, superai un orrido e con sorpresa giunsi all'altopiano da cui ero partita per salire lungo la direttissima del Cornizzolo.
Felice telefonai ancora una volta a casa per condividere l'euforia. "Per le 16.30 sarò a Suello e  per le 17,30 al massimo sarò a casa," conclusi dopo aver raccontato ciò che avevo sperimentato con tanto entusiasmo dilungandomi nei dettagli.
Arrivata all'auto rincontrai il signore che alla mattina mi aveva indicato la via.
Con un sorriso venne verso di me confessandomi la sua preoccupazione vedendo ancora l'auto parcheggiata. Ricambiai la gentilezza raccontandogli il giro che avevo fatto e poi, come buoni amici ci salutammo e nuovamente lo ringraziai.
Sulla via del ritorno già pensavo ai commenti che avrei sentito raccontando la mia impresa. Infatti, come avevo previsto i "ma sei matta?" si susseguivano di voce in voce. Io annuivo orgogliosa di tanto coraggio mostrando foto e massaggiandomi le doloranti membra pensando alla successiva gita che sapevo già sarebbe avvenuta molto più in là.




giovedì 6 luglio 2017

NEL MIO GIORNO DI LIBERTA'



Indossato gli scarponi e allungate le bacchette, segui il cartello del sentiero che indicava la vetta.
Ascoltai il silenzio del bosco e il tintinnio delle mie racchette, sui sassi, mentre procedevo in una lenta ascesa
Da poco mi ero allontanata dalla civiltà con tutti i suoi rumori, ma gli alberi il cinguettio degli uccelli e lo stormire del vento me la fecero dimenticare. Fu un attimo! Ed ero solamente lì
Immersa nella natura, in una atemporalità che sembrava infinita
Ma a scadenzare il tempo dalla tasca dei miei calzoni una impersonale fievole voce ripeteva a piccoli intervalli, singhiozzando "fi-ne dell'alle..mento....l,a..mento è sta.....preso"
Nonostante non ci sia nessuno a cui dover rispondere non riesco a non precisare "ma sto ancora camminandooo"
Poi, sorrido, capendo che la linea si interrompe per mancanza di campo, chi saprà mai se sta calcolando correttamente passi, chilometri e dislivelli?
Intanto salgo, salgo e salgo ancora. Il panorama da mozzafiato incanta, le vertigini, se guardo nel baratro, mi allarmano finché trovo con le mani un contatto e tutto si placa, in quel mondo di fiaba, in un momento di diversa quotidiana realtà.
 Nooooo, non posso negarmi tale beltà e controllando il meteo organizzo la mia prossima gita: preferibilmente in settimana e preferibilmente verso una nuova "Crocetta " da cui ampiamente guardare e sentire dentro di me tutto lo spazio che potrei permeare
2017  Giuseppina porro 

mercoledì 5 luglio 2017

Monte Rosetta


Sul monte Rosetta
Una crocetta
Porta le foto in memoria d'uomo
Che fin da lei
Sul monte amico
Si mise in moto.

I 4x4, per direttissima, a lei sale
E il primo che arriva, lancia un segnale
Insieme si scende al lago Culino
A riempire l'ormai vuoto pancino,
E riposiamo al sole caliente,
Su pietre già lise
E molli reti
Per chi ha più pregi

lunedì 19 giugno 2017

Valmalenco

Il monte Disgrazia si impone
sulla valle sottostante
da cui sto guardando bianchi ghiacciai
e grige rocce, aguzze, frastagliate ed arcigne, sembrano incantate.
Assieme ad altri amici: 2 Asolo ed 1 Salewa mi completo in salite e discese
pavoneggiando qualità ad un Salewa indaffarato nel voler mostrare grazia e aggrappante agilità.
Orgoglioso del suo acquisto mi dice mentre va:
"Son comodi avvolgenti alle caviglie,
con questi ho il giusto mordente."
Il piede ben catturato e le unghie, ormai nere, ringraziano felici, dimenticando, gli scarponi di ieri.
Son belli son neri sono rigidi e fieri
Non son come voi addolciti dal verde pastello per azzurri sentieri
Voi ilari andate senza osar sulle cime proibite
mentre noi di rosso guarniti ci arrampichiamo tra sassi e il granito
che al di sotto di plantari irrigiditi,
paiono come petali di rose su un tappeto arricchito"
"Bhe anch'io un po' gli assomiglio"
e mentre penso a quello che abbiamo in comune
mi accorgo di un altro pensiero
da non poter dire: quello scarpone è al quanto carino,
e prima che un altro gli vada vicino
gli allargo un sorriso per un suo occhiolino
Che bella la gita ridiamo alla sera
sotto un cielo di stelle, ancora più belle
E poi finalmente andiamo a dormire
Mi sento felice..... e così  sia!

lunedì 11 aprile 2016




Pamela vive con due donne, 
entrambe le chiama "ma'..."
Elija vive con due uomini,
ed ognuno li chiama papà.

Pamela è nata sotto un cavolo,
Elija una cicogna in volo lo portò

Io, invece, sono nato
dall'amore di mamma e papà,
ma non ho ben capito
quale forma esso ha!?

© 2016 giuseppina porro